Pagina:Tozzi - Con gli occhi chiusi, Milano, 1919.djvu/130

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Masa asciugava i piatti, seduta sopra lo scalino di camera.

— Il vostro marito m’ha detto che avete una lettera di Ghìsola. È vero?

La vecchia, che tante volte aveva pensato di fargliela leggere, gli rispose la verità; e, poi, chiese:

— Glielo ha detto proprio lui?

— Non volevate?

E, senza aspettare che s’alzasse, entrò in camera; scavalcando la donna, che abbassò tutta la schiena.

Masa gli era più simpatica; ma con il padrone ella parlava male di lui quanto Giacco.

— Ora vengo io! Non frughi nel canterano.... Non la trova.

Egli disse soltanto, stizzito:

— Spicciatavi. Siete una stupida. Non capite quel che io penso di lei.

Temeva che sopraggiungesse Giacco, dinanzi al quale sarebbe stato zitto; perchè talvolta i suoi sguardi lo facevano diffidente, se non cauto.

Masa trovò la lettera; pia, prima di dargliela, disse, tenendola con la mano aperta contro il petto incavato:

— Non voglio che ne risappia niente il padrone.

— Perchè? Chi glielo ridice?

Ella arrossì, e rispose:

— Il perchè lo sa meglio di me.