Pagina:Tozzi - Con gli occhi chiusi, Milano, 1919.djvu/186

Da Wikisource.

— 174 —

il suo silenzio e quello delle case faceva udire i brusii lontani, intonati quasi sempre con qualche campana; e i cipressi di Torre al Gallo su nell’aria con una immobilità dolcissima.

Di qua d’Arno le botteghe semichiuse, arse dal sole, con l’ombra troppo calda delle loro tende corte; con le strade che entravano, deserte, nella città.

Mentre dalla chiesa di San Miniato, e dal Belvedere, gli alberi come una siepe alta, sparsa di ville bianche e scendenti dietro i tetti di Borgo San Iacopo.

Il Poggio dell’Incontro aveva una chiarità celestrina.

Sul Ponte Vecchio il vento sbatteva le tende scolorite degli orefici, portava la polvere delle strade sopra il fiume. Ed ecco le statue candide, con le ombre gialle, del Ponte Santa Trinita; che finisce tra l’abside della chiesa di San Iacopo, a sponda del fiume, e tra la chiesa di Cestello. Poi il campanile di Santo Spirito, dinanzi alle case più rade e più basse; fino alle ciminiere del Pignone. E, quasi solitario, il Ponte della Carraia: in fondo, i primi alberi delle Cascine; nella luce e lontani.

Tornò a casa molto tardi; cambiò di posto ai libri portati da Siena, tolse dalla valigia tutta la biancheria. Durante la notte, si svegliò due o tre volte; e, prima di riad-