Pagina:Tozzi - Con gli occhi chiusi, Milano, 1919.djvu/229

Da Wikisource.

— 217 —

aveva un’esaltazione che di quando in quando diminuiva; e allora le cose avverse gli s’affacciavano all’anima. Sapeva che il padre l’avrebbe maltrattato e che quasi tutti avrebbero pensato ch’egli andasse a trovare Ghìsola perchè gli si dava.

Dopo le prime case, lasciò passare avanti una carrozza così polverosa che era doventata bianca.

Ad una donna che, scortolo, non gli aveva più tolto gli occhi di dosso, mentre la sua brocca, sotto il rocchio di una fontana, traboccava, domandò di Ghìsola. E seppe che stava in casa di Lucia, la sorella maggiore che s’era maritata. Si fece indicare l’uscio; e, trovatolo aperto, entrò; ma ridiscese per bussare.

Già tre altre donne, nella stradicciola, s’erano adunate per la curiosità di saper chi fosse. E, allora, per sottrarsi ai loro sguardi, salì senza attendere che gli fosse risposto.

Lucia, che l’aveva una volta conosciuto a Poggio a’ Meli, gli andò incontro in cima alle scale. Ed egli, senza nè meno salutarla, domandò: — Ghìsola dov’è?

Se Lucia non fosse stata la sorella, si sarebbe adirato perchè subito, quasi non sapesse niente del bene che le voleva, non glielo aveva già detto.

Allora Lucia, visto il suo desiderio, rispose: