Pagina:Tozzi - Con gli occhi chiusi, Milano, 1919.djvu/68

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Ghìsola lo guardò come se proprio ci ridesse anche lei; e allora egli si mise a picchiare calci a un ulivo, che era lì, perchè ella smettesse. Ma quando risollevò gli occhi, Ghìsola lo guardava ancora più fisso, con la bocca ridente, per burla: non c'era più dubbio!

Il sole tramontò tutto; e un brivido passò sopra Pietro, che non potè più sopportare quel sorriso; volendo perfino dimenticare d'averlo visto. Si rimise a testa bassa, pensando che avrebbe dovuto capire perchè non gli piaceva.

Ghìsola si riavviava i capelli, tenendo in mano le forcelle per fargli vedere che erano nuove; e, prima di rimettersele, con una alla volta gli bucò le mani. Ma egli non si mosse.

Si vedevano, fitti, piegarsi i fili d'erba in cima ai quali saltavano gli insetti.

Mentre Ghìsola lo bucava, Pietro pensò: «Certo sa quello che voglio. Ma bisognerebbe che glielo potessi dire: è necessario».

Le sue calze rosse gli facevano coraggio; ma, non potendo pronunziare nessuna parola, si avvicinò di più a lei quasi tremando.

Tra gli olivi ci si vedeva appena; e la terra era già bruna.

— Che vuole? Me lo dica di costì. Non venga in qua troppo.

Ghìsola s'accorse che non distoglieva gli