Pagina:Tozzi - Con gli occhi chiusi, Milano, 1919.djvu/71

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E gli dette una sferzata.

— Se anche tu non impari a fare il tuo dovere....

E gli dette un'altra sferzata.

— Te lo insegno io. Devi star fermo. Voltò la frusta e gli battè il manico sulle frogie; il cavallo scosse la testa, e Pietro fece l'atto di scendere.

— Tu stai al tuo posto. Se scendi, frusto anche te.

Tutti gli assalariati guardavano inquieti; ed erano impazienti che il padrone se ne andasse perchè temevano che se la prendesse anche con loro, trattandoli male, pensando magari di poterli bastonare.

Il cavallo si fermò.

Domenico dette la sferza a Pietro, e si riabbottonò la giubba dinanzi alla bestia:

— Bada che io voglio essere obbedito! Non vedi che stai fermo? Ora farò tutto il mio comodo, e poi salirò.

E, per farne la prova, si sbottonava e si riabbottonava la giubba, interrompendosi quando la bestia smuoveva la testa. Affibbiò meglio una delle redini, e salì; fermandosi con un piede sul montatoio; poi, prendendo lo slancio, con le mani attaccate al calesse, si buttò accanto a Pietro, a cui gridò:

— Vai più costà.

Pietro era così imbarazzato che non si mosse.