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120 la matta


vino quando aveva finito di mangiare. Ma nessun vinaio la trattava bene, perchè gli avventori dicevano che era troppo sudicia e aveva male in bocca. Allora la servivano con i bicchieri rotti perchè non tornasse più, e non la facevano nè meno entrare entro la bottega. Ho visto io respingerla fuori, a gomitate.

Il fornaio, quando vedeva che il carretto era pronto, le faceva trovare il pane già tagliato. Ella metteva un piede su lo scalino e con l’altro restava nella strada. Allungava il braccio, e il fornaio le dava il pane; ma non voleva prendere i soldi in mano. La Matta glieli metteva, tutt’un mucchietto, in proda al marmo del banco; e, quando se ne era andata, egli diceva guardandoli e storcendo la bocca:

— Chi ha il coraggio di toccarli?

Poi rideva, e li buttava lesto dentro il cassetto aperto con l’altra mano.

La Matta era anche piena di pidocchi: mi ricordo che si grattava sempre.

A sessant’anni, le venne un cancro nella lingua. Allora la portarono all’ospedale. E la sua agonia durò due settimane. Aveva smesso affatto di parlare, e il medico doveva far conto di