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150 il morto in forno


pugno, lo guardava lungamente come se fosse stato un bicchiere, lo accostava alla bocca. Faceva altri passi, e si rifermava; per fare lo stesso.

Quando vedeva le vigne vicine alla vendemmia, con quei filari che su dai poggi venivano fitti alle siepi come se avessero voluto scendere sulla strada, Cecco pensava alle svinature, sentendosi più vigoroso e ringiovanito; e camminava più dritto. Qualche volta si fermava davanti a una vigna, allargava le braccia, tirava su l’aria dentro il naso; sentendosi pigliare da una dolcezza che gli metteva su la faccia una malizia ilare e felice.

— Quanto vino! Quanto vino! E gli pareva che scorresse giù dentro le fogne della strada, quando sentiva il brontolìo dell’acqua.

E quand’erano passati i carri con le uve, egli raccattava da terra le ciocche cadute dai bigonzi troppo colmi, agli sbalzi delle ruote: ciocche che si schiccolavano su la strada, bagnandola. Egli non le lavava nè meno; ma succhiava i fiocini uno alla volta; poi, avendo fame, mangiava anche il raspo, dispiacendogli buttarlo via. Alle svinature, s’arrampicava alle inferriate del-