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— Mi sarebbe piaciuto tanto!

E si mise come in ascolto. Poi gli vennero le lagrime; e anche il Bichi pianse. Ma, andato a trovare Don Vincenzo, non ebbe il coraggio di raccontargli quel che gli aveva detto il Materozzi.

Il prete s’era fatto così magro che la bocca spariva tra gli ossi delle gote: soltanto gli occhi erano sempre gli stessi.

Il Bichi, quando era al suo capezzale, quasi dimenticava l’altro; e, chi sa perchè, ora certi ricordi di lui gli erano un poco antipatici.

Il gran Crocifisso, alla parete, pareva che guardasse più intensamente il giovane che doveva morire; tenendo i piedi insieme a quel modo perchè glieli baciasse.

Il prete, quando restava solo, non smetteva mai di guardare gli occhi del Cristo e di raccomandarsi. Ma si faceva allegro se gli teneva compagnia il curato di casa: un prete gracile, più anziano, con gli occhiali turchini, con un viso dove si sarebbero potute contare tutte le vene; e pareva ch’egli se le sentisse con le mani, quando si toccava.

Don Vincenzo domandava del Materozzi: