Pagina:Tra le sollecitudini (Roma 1903).djvu/8

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un acconcio sermone e si chiuda poi con una solenne benedizione del Santissimo Sacramento.

Desideriamo infine che la musica sacra sia coltivata con cura speciale e nei debiti termini in tutti i seminarî e collegi ecclesiastici di Roma, dove una sì numerosa e tanto eletta schiera di giovani chierici di ogni parte del mondo si vengono educando alle scienze sacre ed al vero spirito ecclesiastico. Sappiamo, e questo grandemente Ci conforta, che in parecchi istituti la musica sacra è in fiore così che essi possono servire altrui di modello. Ma alcuni seminarî ed alcuni collegi, sia per la noncuranza dei superiori, sia per la poca capacità e pel gusto non buono delle persone, alle quali l’istruzione del canto e la direzione della musica sacra sono affidate, lasciano molto da desiderare. Ella, Signor Cardinale, vorrà provvedere con sollecitudine anche a questo, insistendo soprattutto perchè il canto gregoriano, secondo le prescrizioni del Concilio tridentino e d’innumerevoli altri Concilî provinciali e diocesani di ogni parte del mondo, sia studiato con diligenza speciale e per solito preferito nelle funzioni pubbliche e private dell’istituto. In altri tempi, a dir vero, il canto gregoriano dai più non si conosceva, se non sui libri scorretti, alterati, raccorciati. Ma lo studio accurato e diuturno, postovi intorno da uomini insigni e grandemente benemeriti dell’arte sacra, ha cambiato faccia alle cose. Il canto gregoriano restituito in modo tanto soddisfacente alla sua primiera purezza, quale ci fu tramandato dai padri e si trova nei codici delle varie Chiese,