Pagina:Tragedie, inni sacri e odi.djvu/29

Da Wikisource.

prefazione XV

affatto che in quel momento io rappresentava il viaggiatore tornante indietro dalle Chiuse verso l’Italia. Non badai a quella sua situazione accidentale, o lo immaginai rivolto con la persona verso il campo di Carlomagno, dove, per dir così, guardavano i suoi disegni»1.

Qualche verso aggiunse, per giovare alla chiarezza o all’armonia (cfr. p. 52, 103, 251); qualche altro cancellò, reputandolo forse ozioso (cfr. p. 65); ne modificò felicemente altri (cfr. p. 96, 111). Notevole — per chi ricordi quale largo uso della parola orma, rimastagli forse nelle orecchie dalle letture del Parini e del Monti, il Manzoni abbia fatto — la correzione della strana frase cadutagli dalla penna (p. 91): «se un’orma, se un respiro intendi», che richiama il melodrammatico «sento l’orma dei passi spietati». Sostituì garbatamente: «se un passo, se un respiro ascolti».

Quelli tra i lettori che dell’opera poetica del Manzoni desiderino avere un’informazione storica e critica un po’ più larga, potranno cercare di questa nostra raccolta l’edizione maggiore, che costituisce il vol. III dello Opere del sommo Lombardo. La quale io volli dedicata — e la ragione ne è, spero, «manifestissima a li più semplici» — alla gloriosa memoria di Ruggiero Bonghi.

1907.

Poscritto. — In questa terza ristampa, che coincide con la celebrazione del primo centenario dei Promessi Sposi, mi è parso opportuno far seguire allo Poesie Manzoniane, insieme con l’antico discorso sui rapporti del sommo poeta col sommo statista del nostro Risorgimento, alcuno altre Illustrazioni e Discussioni, riguardanti la sua vita intima, la sua arte e, specialmente, il suo pensiero politico.

  1. Cfr. Scritti postumi di A. Manzoni pubblicati da Pietro Brambilla, a cura di Giovanni Sforza; Milano, Rechiedei, 1900, vol. I, p. 32.