Pagina:Tragedie, inni sacri e odi.djvu/327

Da Wikisource.

LA PASSIONE


     O tementi dell’ira1 ventura,
Cheti o gravi oggi al tempio moviamo,
Come gente che pensi a sventura,
Che improvviso s’intese annunziar.
Non s’aspetti di squilla il richiamo;
Nol concede il mestissimo rito:
Qual di donna che piange il marito,
È la veste2 del vedovo altar.

     Cessan gl’inni e i misteri beati,
Tra3 cui scende, per mistica via.
Sotto l’ombra de’4 pani mutati,
L’ostia5 viva di pace e d’amor.
S’ode un carme: l’intento Isaia
Proferì6 questo sacro lamento,
In quel dì che un divino spavento
Gli affannava il fatidico cor7

     Di chi parli, o Veggente di Giuda?
Chi è costui che, davanti all’Eterno8, g
spunterà come tallo da nuda
Terra. lunge da fonte vital?
Questo fiacco pasciuto di schermo,
Che la faccia si copre d’un velo,
Come fosse un percosso dal cielo,
ll novissimo d’ogni mortal?

  1. de l’ira
  2. vesta
  3. Fra
  4. dei
  5. L’Ostia
  6. Profferì
  7. cuor
  8. costui che dinanzi a l’Eterno