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458 | illustrazioni e discussioni, iv |
Non fia loco ove sorgan barriere |
Il Manzoni questo soprattutto temeva, che Piemontesi e Lombardi si fermassero a mezza strada; che rinunziassero al bel sogno secolare, per godersi le dolcezze del conquistato riposo. Allo spirare di quelle prime aure di libertà, egli raddoppiò di vigilanza, perchè il lusinghevole canto delle Sirene non addormentasse i marinari in mezzo al mare. LE a ogni occasione levò la sua voce potente, che per lungo silenzio potè parere fosse diventata fioca.
Quando i nostri esuli rifugiati a Parigi, prima di tornare in patria dopo i memorabili casi del marzo ’48, si presentarono, guidati da Giuseppe Sìrtori, al capo del Governo provvisorio della Repubblica francese, ch’era Alfonso Lamartine, per invocare la simpatia della Francia alla causa italiana, questi aveva loro risposto: «Vous allez sans doute les rejoindre et les fortifier de votre concours dans cette euvre pacifique, et déjà accomplie, je l’espère, des constitutions nouvelles de toute nature, que la diversité des états de l’Italie fait surgir des besoins, des intérêts, des formes de ses différens gouvernemens». Il Manzoni, che lo aveva conosciuto a Firenze1, non si lasciò trattenere dallo scrupolo di riuscire indiscreto, e il 6 aprile diresse al poeta mi-
- ↑ Tra le Carte inedite Manzoniane, ora possedute dell’Istituto pei Figli della Provvidenza, è questo biglietto: «Monsieur et illustre confrère, en passant hier è Milan j’ai desiré saluer l’homme qui en fait la gloire. Je me proposais d’y retourner ce matin chez vous, mais une course à Come m’en empéchera. Recevez du moins en passant tous mes voeux et tous mes sentiments. — 15 oct. 1S44. — Lamartine».