Pagina:Tragedie (Pellico).djvu/21

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16 francesca da rimini.

Più non volevi; io ti credea commossa
Dal dolor mio. Per fuggir Paolo, d’uopo
Che tu parta non è; partir vuol egli.
Francesca.Partir?
Lanciotto.                Funesta gli parria la vita
Ne’ suoi penati, ove abborrito ei fosse.
Francesca.Tanto gl’incresce?
Lanciotto.                                         Invan distornel volli;
Di ripartir fe’ giuramento.
Francesca.                                                  Ei molto
T’ama....
Lanciotto.                          Soave e generoso ha il core.
Debole amor (pari m’è in ciò) non sente....
E pari a me, d’amor vittima ei vive!
Francesco.D’ amor vittima?
Lanciotto. Sì. Non reggerebbe
Il tuo medesmo cuor, se tu l’udissi....
Francesca.Or perchè viene a queste piagge adunque?
Cred’ei ch’io m’abbia alcun altro fratello
Onde rapirmel? Per mio solo danno,
Certo, ei qui venne.
Lanciotto.                                    Ingiusta donna! Ei prega,
Pria di partir, che un solo istante l’oda,
Che un solo istante tu lo veggia. — Ah, pensa
Ch’ei t’è cognato; che novelli imprende
Lunghi viaggi; che più forse mai
Nol rivedrem! Religïon ti parli.
Se un nemico avoss’io, che l’oceàno
In procinto a varcar, la destra in pria
A porgermi venisse.... io quella destra
Con tenerezza stringerei, sì dolce
È il perdonar!
Francesca.                               Deh, cessa!... Oh mia vergogna!
Lanciotto.Chi sa, direi, se quel vasto oceàno,
Fin che viviam, frapposto ognor non fia
Tra quel mortale e me? Sol dopo morte,
In cielo.... E tutti noi là ci vedremo....
Là non potremo esser divisi. Oh donna,