Pagina:Tragedie (Pellico).djvu/9

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4 francesca da rimini.

Perchè sei giusto e con clemenza regni.
Guido.Mi sforzi al pianto. — Pargoletta, ell’era
Tutta sorriso, tutta gioja; ai fiori
Parea in mezzo volar nel più felice
Sentiero della vita; il suo vivace
Sguardo in chi la mirava, infondea tutto
Il gajo spirto de’ suoi giovani anni.
Chi presagir potealo? Ecco ad un tratto
Di tanta gioja estinto il raggio, estinto
Al primo assalto del dolor! La guerra,
Ahimè, un fratel teneramente amato
Rapiale!... Oh infausta rimembranza!... Il cielo
Con preghiere continue ella stancava
Pel guerreggiante suo caro fratello....
Lanciotto.Inconsolabil del fratel perduto
Vive, e n’abborre l’uccisor; quell’alma
Sì pia, sì dolce, mortalmente abborre!
Invan le dico: I nostri padri guerra
Moveansi; Paolo, il fratel mio, t’uccise
Un fratello, ma in guerra; assai dorragli
L’averlo ucciso; egli ha leggiadri, umani,
Di generoso cavaliero i sensi.
Di Paolo il nome la conturba. Io gemo,
Però che sento del fratel lontano
Tenero amore. Avviso ebbi ch’ei riede
In patria; il core men balzò di gioja;
Alla mia sposa supplicando il dissi,
Onde benigna l’accogliesse. Un grido
A tal annunzio mise. Egli ritorna!
Sclamò tremando, e semiviva cadde.
Dirtelo deggio? Ahi, l’ho creduta estinta,
E furente giurai che la sua morte
Io vendicato avrei.... nel fratel mio!
Guido.Lasso! e potevi?...
Lanciotto.                                   Il ciel disperda l’empio
Giuramento! L’udì ripeter ella,
Ed orror n’ebbe, e a me le man stendendo:
Giura, sclamò, giura d’amarlo: ei solo