Pagina:Tragedie di Eschilo (Romagnoli) I.djvu/21

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xxii prefazione

tutta la Grecia, in coppie, corrispondenti di strofe e antistrofe1. Ma ben presto il carattere lirico tramutò in drammatico. Di questo carattere drammatico assunto dal coro, senza partecipazione di attori, abbiamo esplicite testimonianze in Diogene Laerzio ed in Ateneo. Quegli ci dice (III, 50) che il solo coro «rappresentava l’azione»; questi (XIV, 630) che tutta la tragedia si originò dal coro, perché non aveva attori.

Ora, in che dové consistere tale drammatizzazione del coro? Semplicemente in questo: che il coro si scisse in due semicori: l'uno dimandava, l'altro rispondeva. Dialogo diretto, dunque dramma.

Questa ovvia induzione viene confermata, se ce ne fosse bisogno, dal Teseo, ditirambo di Bacchilide, scoperto in questi ultimi anni nei papiri egiziani, e che ci presenta appunto questa forma. Il coro è diviso in due parti. L’una chiede notizie al re Egeo delle gesta del fanciullo Teseo, la cui fama giunge sino ad Atene: l’altro risponde riferendo le notizie meravigliose.

coro

Re de la sacra Atene, dei magnifici
Ionî signore, ond’è che da la bronzea
fauce la tromba un cantico di guerra
fe’ risuonare? Ai limiti
forse di nostra terra
giunse un infesto condottiere? Od impeto

  1. Aristotele, Problemi musicali, 19, 15: διὸ καὶ οἰ διθύραμβοι, ἐπειδὴ μιμητικοὶ ἐγένοντο, οὐκέτι ἔχουσιν ἁντιστρόφους πρότερον δὲ εἶχον.