Pagina:Tragedie di Eschilo (Romagnoli) I.djvu/92

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LE SUPPLICI 53

il voto essi non diedero,
negando onore al nostro stato afflitto.
Anzi, al vigile invitto
Signor delle vendette9
ebber riguardo. Qual mai tetto d’uomini,
s’egli vi poggi in vetta,
andrà dal cruccio illeso?
Essi le consanguinee
di Zeus supplici onorano.
Perciò saranno cari
dei Numi ai puri altari.

Strofe II
Su via, dai labbri nostri, all’ombra volino
delle supplici rame,
queste mie devotissime
preci. Non mai la fame
renda questa città deserta d’uomini,
né cittadina guerra
mai di caduti insanguini la terra.
Non mietuto rimanga il fior dei giovani:
né Marte, d’Afrodite
l’omicida amator, strappi il rigoglio
delle giovani vite.

Antistrofe II
E l’are, asilo dei canuti, accolgano,
al buon consiglio intenti,
i vecchi. Essi dirigano