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Pagina:Tragedie di Eschilo (Romagnoli) II.djvu/49

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46 ESCHILO

eroi la tomba, nell’Iliaca terra;
430e il suol nemico i vincitori serra.

Antistrofe III
Se compagno ha rancor, grave è del popolo
la voce: e chi n’è fatto segno, ben paga il debito.
Onde or, cinta di tènebre,
del pensier mio l’ambascia
435attende nuovi orror’: ché non isfuggono
allo sguardo dei Numi quei che intridono
le man’ troppo nel sangue. E quanti ascesero
senza giustizia, poi che gli anni volgono,
le negre Erinni annientano con l’impeto
440di sorte avversa. Nulla può chi vegeta
nel buio: e troppo celebre
essere, è grave: il folgore
di Giove ognor minaccia. Oh!, lungi vivere
da invidia! Espugnar rocche io non vorrei,
445né, preso, viver servo i giorni miei.

Dalla città si levano clamori e grida confuse