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Pagina:Tragedie di Eschilo (Romagnoli) II.djvu/57

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54 ESCHILO

lo sposo sia, di reverenza degno.
Salvo, per opra degli Dei, dal campo
590veder lo sposo entro le patrie mura:
per una sposa c’è piú dolce giorno?
Al signor mio questo messaggio reca:
venga, come può prima, alla città
che lo brama: tornando alla sua casa,
595ei troverà la fida sposa, quale
pur la lasciò: cane del tetto a guardia,
benigno a lui, nemico ai suoi nemici;
e costante in ogni altro atto, per lungo
volger di tempo, niun sigillo io fransi.
600Immersa mi sarei prima in un bagno
d’ardente bronzo, che gustar piacere
d’un altr’uomo, ed averne scorno e biasimo.


CORIFEO

Sui labbri a nobil femmina, tal vanto
congiunto a verità, turpe non sembra!


Clitennestra entra


CORIFEO

all’araldo

605A te che intendi, favellò costei
come ad acuto interprete s’addice.
Or dimmi, araldo: Menelao, diletto
signor di questa terra, è ritornato?
È sano e salvo? Lo vedrem fra noi?