Pagina:Tragedie di Euripide (Romagnoli) IV.djvu/110

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IFIGENIA IN AULIDE 107

acqua sorgiva13, di beltà con Pàllade
venne, e con Giuno a gara.

Antistrofe I

E al bosco, che di vittime
fuma, giunsi or d’Artèmide,
tingendo di purpureo
pudor la gota giovine,
per ammirar dei Dànai
le tende, e dei cavalli
le fitte schiere, e degli scudi i valli.
E l’uno all’altro accanto
d’Oilèo vidi il figlio, e di Telàmone,
di Salamina vanto.
E dei calcoli intento alle molteplici
figure, sul suo seggio
Protesilào poi vidi, e Palamède,
a cui fu padre il figlio di Posídone,
e lieto Dïomède,
del disco al gioco. E, accanto a lui, Meríone,
ch’ebbe da Marte origine,
meraviglioso agli uomini.
Dagli isolani clivi
vien di Laerte il figlio; e seco è Níreo,
il piú bel degli Achivi.

Epodo

E Achille vidi, l’emulo dei turbini,
nei piedi al vento simile,
cui generava Tètide,
e Chirone educò. Sovra i ghiaiòttoli
correa del lido, e l’impeto