Pagina:Tragedie di Euripide (Romagnoli) I.djvu/131

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62 EURIPIDE

corifea
Non vedi il fuoco? Mira di Sèmele
al sacro avello la fiamma attorno
guizzar, che un giorno
lasciar la folgore di Giove e il tuono!
coro
Prostrate al suolo le membra trepide,
prostrate al suolo, Mènadi! Il Nume
figlio di Giove, tutta in rovina
messa la reggia, qui s’avvicina!
Tutte le Baccanti si prostrano. Dalla reggia esce trionfante e volge il guardo su loro
dioniso
Come dunque, o lidie femmine, v’ha il terror cosí percosse,
che giacete al suol riverse? Certo udiste quali scosse
diede Bacco alla magione di Pentèo. Via, fate cuore,
via, sorgete; e dalle membra vada in bando quel tremore.
corifea
Come esulto, o delle bacchiche cerimonie somma luce,
nel vederti, io che rimasta m’ero sola, e senza luce!
dioniso
V’ha sgomento invaso il cuore, allorché me visto avete
tratto lungi, per cadere di Pentèo nelle segrete?