Pagina:Tragedie di Euripide (Romagnoli) I.djvu/184

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LE BACCANTI 115

agave
Padre! ahi misero esiglio è a noi prescritto!
dioniso
A che indugiare quanto fare è d’uopo?
Sparisce.
cadmo
In quale, o figlia, orribile sciagura
cademmo, tu, le tue sorelle, o misera,
ed io, tapino, che cercar, già vecchio,
debbo asilo tra i barbari! Destino
è per me dunque ancor guidare in Ellade
un’accozzaglia barbara di genti,
e, fatto drago, la consorte mia,
figlia di Marte, tramutata in aspide,
guidare all’are ed alle tombe Ellène,
d’un esercito a capo. E mai, tapino,
mai fine avranno le sciagure mie.
Neppure quando scenderò l’inferna
corrente d’Acheronte, io pace avrò.
agave
Padre ed io da te lungi andrò fuggiasca!
Lo abbraccia.