Pagina:Tragedie di Euripide (Romagnoli) I.djvu/243

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174 EURIPIDE


creusa

E doglie ha quella che patí tal sorte.

ione

Niun v'ha che possa a te dar quest’oracolo.
Se di tristizia nel suo tempio stesso
fosse Febo convinto, a chi ti desse
tale responso, un danno infliggerebbe.
Allontànati, o donna: ai Numi chiedere
ciò che ad essi fa scorno, non è lecito.
Della stoltezza attingeremmo il vertice,
se lor malgrado i Numi costringessimo,
le vittime sgozzando, o degli aligeri
spiando il volo, a dir ciò che non vogliono.
I beni a forza conquistati, o donna,
contro il voler dei Numi, util non recano.
Giova ciò sol che di buon grado accordano.

coro

Molti gli uomini son, molti gli eventi,
di varia forma; e avventurato in tutta
la vita, a stento trovi alcun degli uomini.

creusa

Né lí giusto, né qui, Febo, tu sei
verso l’assente, ond’io la causa pèroro.
Non salvasti tuo figlio, e lo dovevi,
né rispondi alla madre, e sei profeta,