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Pagina:Tragedie di Euripide (Romagnoli) I.djvu/324

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IONE 255


ione

Opra divina fu! Deh, quanto miseri
prima, tanto or felici esser potessimo!
creusa

T’ho dato a luce non senza lagrime:
dalle materne braccia, fra gli ululi
fosti diviso:
ora, godendo, con soavissimo
tripudio, spiro presso il tuo viso.

ione

Di te parlando, anche di me favelli.

creusa

Priva di figli priva di pargoli
io piú non sono: la casa ha gli ospiti,
la terra i príncipi;
d’Erettèo giovine
torna la casa, del suolo prole:
verso le tènebre
non è piú volta, ma verso il sole.

ione

Madre, anche il padre qui venga, e partecipi
questi piacer che ho procurato a voi.