Pagina:Tragedie di Euripide (Romagnoli) II.djvu/173

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admeto

Vattene! lascia ch’io la seppellisca!

ferete

Seppelliscila, dopo averla uccisa.
Vado! Ma tu render dovrai ragione
ai suoi congiunti. O Adrasto piú non vive,
o la sorella a vendicar verrà.

admeto

Alla malora, tu e la donna ch’abita
con te. Senza figliuoli invecchierete,
pur vivo essendo il figlio vostro. Tanto
meritate. Né piú la stessa casa
ci accoglierà. Se rinunciar potessi
col bando d’un araldo al tetto avito,
rinuncerei! — Su via, poi che bisogna
chinarsi al mal presente, or noi moviamo:
sopra il rogo poniamo il corpo estinto.
Il Coro si avvia lentamente, cantando, col corteo funebre.

coro

Ahimè, ahimè! Che cuore fu il tuo, misera!
Oh generosa, oh nobile,
salve! Benigno Ermète sotterraneo
te accolga, e l’Ade. E se la nobile opera
anche lí si remunera,
sendone tu partecipe,
sedere possa a lato di Persèfone.