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la costruzione d’un’ampia e complessa opera d’arte. E tutti i racconti di araldi son belli; ma questo della Medea è fra i bellissimi, regge il confronto con quello de Le Baccanti.

Ed è sommamente caratteristica la pittura di Creúsa che si prova innanzi allo specchio il vestito nuovo. Impareggiabile tocco, il sorriso che ella, tutta compiaciuta, rivolge alla propria inanimata immagine; e nessuna delle molte e bellissime pitture vascolari giunte sino a noi, ci introducono con tanta evidenza nella vita intima d’una signora dell’antica Grecia. Qui non siamo piú nella tragedia, bensí nel dramma borghese, o, se si vuole, della commedia. E basterebbe la insuperabile eccellenza di questo quadro, e la mescolanza, cosí felice e caratteristica, dei due colori tragico e borghese, a dimostrare quanto aberrasse dal vero chi poté fantasticare che in realtà la Medea non dovesse attribuirsi alla Musa d’Euripide.