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costei, frenar le lagrime? Malato
sono io; di nuovo mal non aggravarmi!
Già su me troppo la sciagura pesa.
Dove potrebbe in questa casa vivere
una giovane? Giovane è costei,
quanto alle vesti e agli ornamenti pare.
Nelle stanze degli uomini? Ma come
rispettata sarà, stando fra giovani?
Ai giovani por freno, non è facile,
Ercole: ed io per te son previdente.
O nelle stanze della sposa morta
l’ospiterò? Come potrei condurla
al talamo di lei? Duplice biasimo
temo: dei cittadini, che diranno
che, tradita la mia benefattrice,
d’un’altra donna il talamo m’accolse;
e della morta, degna ch’io la veneri,
dare mi debbo gran pensiero. O donna,
qual che tu sia, sappi che hai tu d’Alcesti
la forma stessa, e le somigli in tutto.
Triste me! Lungi dalle mie pupille
questa donna conduci: non aggiungere
strazio a strazio. Mi par, se la contemplo,
la mia sposa vedere. Mi s’intorbida
il cuor, dagli occhi miei fonti dirompono.

primo corifeo

Tua sorte lieta io non dirò. Ma forza
è, qual che sia, dei Numi il dono accogliere.

ercole

Deh! tanta forza avessi io, che la sposa