Questa pagina è stata trascritta, formattata e riletta. |
LE FENICIE | 317 |
sei sventurato, o padre. Ed a te chiedo,
nuovo signore: a che mio padre oltraggi?
Da questo suol perché lo scacci? E a che
contro un povero estinto un bando lanci?
creonte
È d’Etèocle voler, questo, non mio.
antigone
Oh folle! E folle tu, che ad esso ottémperi.
creonte
Come? I voleri suoi compier non debbo?
antigone
No, poiché tristi sono, empî comandi.
creonte
Che? Non è giusto darlo ai cani in pasto?
antigone
La pena che chiedete, equa non è.