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e non l’arbitrio della forza; e tutti
gli Ellèni sanno che sei dotta, e sei
venuta in fama: se abitato agli ultimi
confini avessi della terra, niuno
fatto di te parola avrebbe. Ed oro
in casa avere non vorrei, né un canto
piú di quello d’Orfeo vago intonare,
se fama non dovessi averne in cambio.
Tanto delle mie gesta ho detto, quando
m’hai provocato a gara di parole.
Quanto alle nozze poi, che mi rimproveri
con la figlia del re, vo’ dimostrarti
primo, che saggio fui, poi riflessivo,
poi grande amico ai miei figliuoli e a te.
Rimani calma. Poi che venni qui
dalla terra di Iolco, trascinandomi
dietro molte sciagure immedicabili,
quale potuto avrei sorte migliore
trovare, che sposar del re la figlia,
io fuggiasco? E non già per la ragione
onde ti struggi: perché tedio avessi
dell’amor tuo, perché di nuova sposa
fossi colpito dalla brama, né
di molti figli per desio: mi bastano
quelli che abbiamo, né di ciò mi lagno;
ma perché noi con ogni agio vivessimo,
senza penuria, ben sapendo ch’èvita,
se in lui s’imbatte, ognun l’amico povero;
per educare i figli in modo cònsono
al mio casato, e, generando ai figli
nati da te, fratelli, e quelli a questi
pareggiando, e la stirpe accomunandone,
fossi felice. E che bisogno hai tu