Pagina:Tragedie di Euripide (Romagnoli) II.djvu/72

Da Wikisource.

MEDEA 69


coro

Ed anche a me giú dalle ciglia erompono
lagrime impetuose. Oh, non proceda,
piú grave d’ora non divenga il male.

giasone

Ciò ch’ora dici, o donna, io lodo; e ciò
che pria dicevi, non biasimo. Quando
lo sposo fa di nuove nozze acquisto,
diritto è ben che la femminea stirpe
di sdegno avvampi. Ma il tuo cuore è volto
adesso al meglio, ed il migliore avviso
hai conosciuto, sebben tardi: è questo
tratto di donna saggia. O figli, il padre
per voi non prese a cuor leggero tale
provvedimento; i Numi lo assisterono:
ché primi spero di vedervi in questa
corinzia terra, coi germani vostri.
Or voi crescete. Il padre, e qual benevolo
è a voi dei Numi, il resto compierà.
Deh, vedervi possa io, di chi ben v’educhi
sotto la guida, al fior di giovinezza,
dei miei nemici trionfando, giungere.
Perché gli occhi, Medea, d’ardenti lagrime
bagni, e smorta la guancia altrove giri,
e senza gioia ciò ch’io dico ascolti?

medea

Per nulla: a questi figli miei pensavo.