Pagina:Tragedie di Euripide (Romagnoli) II.djvu/74

Da Wikisource.

MEDEA 71


medea

Prega la sposa che suo padre implori
perché non vadano esuli i miei figli.

giasone

Lo farò certo; e spero ben convincerla,
sebbene è donna, all’altre donne simili.

medea

Di tal prova io sarò teco partecipe:
i miei figliuoli invierò, che rechino
a lei presenti, quali piú fra gli uomini
sono pregiati, un sottil peplo, e un serto
lavorato nell’oro. Or, quanto prima,
convien che alcuna delle ancelle questo
adornamento rechi. E non per mia
cagion la sposa, anzi per mille e mille
sarà beata: ché compagno al talamo
il migliore degli uomini ebbe in te,
ed un monile avrà, che un giorno il Sole,
padre del padre mio, diede ai suoi figli.
Questi doni prendete, e del signore
alla sposa beata, o figli, offriteli.
Non saranno per lei doni da poco.

giasone

Perché vuotare le tue mani, o stolta?
Credi tu che penuria abbia di pepli,
penuria d’oro, la casa del re?