Pagina:Tragedie di Euripide (Romagnoli) III.djvu/20

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In fondo alla scena il tempio di Demètra, a diritta un’alta rupe che lo sovrasta, davanti al tempio un grande altare, dinanzi al quale sono prostrate le madri dei sette capi Tebani. Velate di funebri bende, tendono supplici rami d’ulivo verso Etra che sta anch’ella presso all’altare. A destra il re d’Argo Adrasto.


etra
Demètra, tu che l’are occupi in questa
terra d’Eleusi, e voi, che, della Diva
ministri, i templi custodite, a me
e al figlio mio Tesèo rida fortuna,
alla città d’Atene, al suol di Pítteo.
Quivi cresciuta io sono, Etra, sua figlia;
ed egli sposa al figlio di Pandíone,
a Egèo mi die’: ché cosí volle Febo.
Io queste preci volgo a voi, vedendo
queste misere vecchie, che lasciarono
l’argiva patria, e con i rami supplici
alle ginocchia mie caddero. Orribile
è la sciagura che le opprime: prive
dei loro figli son: presso alle mura
cadmèe quei sette valorosi caddero,
che un giorno Adrasto, il re d’Argo, condusse