Pagina:Tragedie di Euripide (Romagnoli) III.djvu/208

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afrodite

Diva sono io fra gli uomini possente,
e fra i Numi del cielo: io sono Cípride:
chiaro è il mio nome. Della gente ch’abita
fra il ponto Eusíno ed i confini Atlàntici,
e la luce del sol contempla, quanti
hanno rispetto al poter mio, li onoro;
ma quelli atterro che superbo cuore
nutrono contro me: ché sin tra i Numi
è questa passïon, che degli omaggi
s’allegran dei mortali: io mostrerò
presto la verità di tal sentenza.
Però che adesso, il figlio dell’Amàzzone10,
Ippòlito, che padre ebbe Tesèo,
educatore il virtuoso Pítteo,
solo fra quanti hanno soggiorno in questa
Trezènia terra, dice ch’io la pessima
sono fra tutti i Numi, e sdegna il talamo,
e le nozze respinge, e prima reputa
fra gli Dei tutti quanti, e onora Artèmide,
suora di Febo, e gèrmine di Giove.
Insieme sempre per la verde selva
con la vergine sta, strugge le fiere,