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258 EURIPIDE


Dalle mani sfuggita, a mo’ d’alígero
mi sei, con un balzo agile, nell’Ade.

Ahimè, spasimi, ahimè, spasimi orribili!
Per voler degli Dei,

dai tempi antichi sopra me piombarono,
pei misfatti di alcun degli avi miei.

corifea

Non su te solo, o re, piombò tal sorte:
la sposa egregia molti altri perderono.

teseo

Antistrofe II
Sotterra voglio, nel buio discendere,
spento abitare vo’ lí nelle tènebre,

or che la compagnia tua dolce perdo.
A me ben piú che a te desti la morte.

Da chi saprò? Sul tuo cuore, infelice,
donde proruppe il funereo destino?

Chi mi sa dir che avvenne? O invano serra
tal folla di ministri il mio palagio?

Oh me tapino! Che strazio ho veduto
della mia casa! Ridirlo non so,

tollerarlo non so: perduto io sono.
Vuota è la casa, sono orfani i figli.