Pagina:Tragedie di Euripide (Romagnoli) III.djvu/74

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LE SUPPLICI 71

Cuore vago d’onor; ma la sua mira
volgeva ai fatti, e non alle parole.
Or che ho parlato, non meravigliare,
Tesèo, se questi innanzi a Tebe ardirono
affrontare la morte. Egregi sensi
l’esser cresciuto a egregia scuola ispira.
Chi crebbe a nobili opere, si pèrita
di mostrarsi codardo: anche il coraggio
s’insegna: ascolta il pargolo, ed apprende
quello che ignora; e quanto allor s’apprende,
poi si mantiene sino ai piú tardi anni.
Dunque, bene educar conviene i figli.
coro
Il vitale alimento,
figlio, io t’ho dato, misera,
in grembo io t’ho portato, io delle doglie
ho patito il tormento.
E adesso, l’Ade accoglie
le mie fatiche, o povera
me, né mi resta chi sostegno dia
alla vecchiaia mia.
teseo
Il figlio d’Oïclèo10 prode, nei bàratri
del suolo, vivo ancor gli Dei rapirono
con la quadriga, e assai d’onor gli fecero.
D’Edípo il figlio, Poliníce, dico,
esaltar lo potrei senza menzogna,
ch’egli ospite mi fu, pria che partisse