Pagina:Tragedie di Euripide (Romagnoli) IV.djvu/303

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ifigenia

Gli stranieri escono dal tempio, e gli arredi dell’Iddia
vedo pure, e, gli agnelletti pur mo’ nati, onde la pia
strage purghi l’empia strage: delle faci brilla il lume:
tutto è pronto per mondare dalla Diva ogni bruttume
dei foresti. I cittadini dal contagio stian lontani,
e se alcun, ministro al tempio, dee serbar pure le mani.
E lontani stiano, fuggano pure quei che apprestan nozze,
quante in sen chiudono un parvolo, ché restar non debbon sozze.
O di Giove e Lato vergine figlia, s’ora io ben detergo
questo scempio, avrai dimora, d’ora innanzi, in puro albergo.
E felici noi saremo. Taccio il resto anzi, a te sola
lo confido, e, a quanti intendono degli Dei, senza parola.
Escono tutti.