Pagina:Tragedie di Euripide (Romagnoli) IV.djvu/57

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54 EURIPIDE


alcmena

E se li coglie — oh mai non sia — sventura?


iolao
Non temer: fidi avrai sempre questi ospiti.

alcmena

Quest’appoggio mi resta, e poi null’altro.

iolao

E Giove, il so, delle tue pene ha cura.

alcmena

Ahimè!
Di Giove io male non dirò; ma bene
egli lo sa, se verso me fu giusto.
Il servo esce dal tempio, ed offre a Iolao l’armatura.

servo

Eccoti l’armi: sono tutte: or tu,
senza indugiar, le tue membra rivestine,
ché vicino è il cimento, e quei che indugiano
Marte li aborre. E se ne temi il peso,
sgombro or procedi, e tra le file cingile;
sino a quel punto, io me ne addosso il carico.