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Andromaca. — Il binomio Menelao-Ermione = Copreo. Andromaca = Alcmena. Peleo = Jolao.

Ecuba. — Polissena = Macaria. Ecuba = Alcmena.

Ercole furioso. — Il binomio Megara-Anfitrione = Alcmena-Iolao. La situazione, piú che simile, è identica.

Ifigenia in Aulide. — Ifigenia = Macaria.

Eretteo. — Prassitea = Macaria.

Certo l’abbondanza di tali reminiscenze, e di altre che tralascio per brevità, non può non avere il suo peso; ma anche piú nocivo al complesso dell’opera è che nella loro messa in opera Euripide non ha avuta alcuna di quelle trovate che sostengono l’Ercole furioso, compaginato anch’esso di luoghi comuni, e ciò non ostante uno dei migliori drammi d Euripide.

E se si mettono a confronto le singole scene degli Eraclidi con quelle rispettivamente simili negli altri drammi, le prime scapitano quasi sempre al confronto. Si veda, per esempio, la scena di Macacia. Negli Eraclidi l’eroica risoluzione della fanciulla è presentata senza sfumature, senza preparazione; e cosí ex abrupto, quasi riesce a non commuoverci. Si pensi invece alla magnifica preparazione, ricca di tratti umani e sentimentali, per cui indimenticabile riesce, nella Ifigenia in Aulide, la figura della fanciulla, e il suo martirio ci commuove come quello di una persona reale.

Però, fra parentesi, questa figura è pur sempre di alta nobiltà, ed evidentemente prediletta dal poeta. Altro dei molteplici indici che la famosa misoginia d’Euripide è assai piú nella fantasia dei suoi commentatori che non fosse nel cuore del poeta.

Inutile indugiare in una analisi di caratteri. Copreo, il prepotente soverchiatore, Demofonte, il re magnanimo e intrepido difensor della giustizia, Alcmena, la vecchia spietata, sono, massime i due primi, figure divenute convenzionali nella tra-