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Pagina:Tragedie di Euripide (Romagnoli) V.djvu/162

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154 EURIPIDE

menelao
Sarà tempo perduto. Eppur, se vuole,
parli. Ma sappia ben ch’io lo concedo
per udir te, non già per compiacerla.
elena
Forse, ch’io parli bene o mal, rispondermi
tu non vorrai, ché a te mi credi infesta.
Ma le accuse che tu, parlando, immagino,
mi volgeresti, tenterò ribattere.
La prima causa generò dei mali
nostri, costei, che diede a luce Paride.
Secondo, il vecchio fu, che non uccise
pargoletto Alessandro, in sogno apparso
come lugubre face. E adesso, ascolta
il resto, come andò. Vennero tre
Dive, triplice gruppo, al suo giudizio.
Ad Alessandro Pallade promise
che, condottier dei Frigi, ei conquistata
tutta l’Ellade avrebbe. Era promise
che dell’Asia i confini e dell’Europa,
quando il vanto a lei desse, avrebbe Paride.
La mia persona a lui promise Cípride,
e l’esaltò, se nella gara avesse
l’altre Dee superate. Ora, considera
quali ne fûr le conseguenze. Cípride
vinse le Dive; e un tal vantaggio agli Elleni
han procurato le mie nozze, che
non conosceste signoria di barbari,
né doveste impugnar l’arme a respingerle,