Pagina:Tragedie di Euripide (Romagnoli) VI.djvu/180

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ELENA 177

Perché fra i Numi una contesa è sorta,
ed oggi stesso un’assemblea faranno
presso il trono di Giove, a tuo riguardo.
Era, che pria t’era nemica, adesso
è a te propizia, e vuol che salvo in patria
tu con lei giunga, perché sappia l’Ellade
che le nozze onde fe’ compenso Cípride
ad Alessandro, false nozze furono.
Cípride, invece, vuol che tu non torni,
perché non sia l’inganno suo palese,
come, le nozze d’Elena mercando,
il vanto di bellezza essa comprò.
E in me l’esito sta: sia che di Cípride
ceda al volere, e a mio fratello sveli
la tua presenza, e ti rovini: sia
ch’io parteggi per Era, e ti risparmî,
nulla dicendo al fratel mio, che imposto
m’ha che gli dica quando tu qui giunga.
Si raccoglie un momento, e decide.

Al fratel mio chi annuncerà che questi
è qui? Val meglio mettersi al sicuro.

elena

Supplice io cado, o vergine, alle tue
ginocchia, e resto in tale posa misera,
e per me stessa, e per costui, che appena
lo recupero, e già sono al frangente
di vedermelo ucciso. Al tuo fratello
non dir, no, che lo sposo dilettissimo
al seno stringo. Ti scongiuro, salvalo.
Per compiacere al fratel tuo, l’antica

Euripide - Tragedie, VII - 12