Pagina:Tragedie di Euripide (Romagnoli) VI.djvu/225

Da Wikisource.
222 EURIPIDE

mi condusse, sí ch’io potessi a te
dare l’annunzio. Ahimè, ché nulla agli uomini
piú d’una saggia diffidenza giova.

coro

Creduto non avrei mai che potesse
fra noi restare Menelao nascosto
come è rimasto a me, Signore, e a te.

teoclimeno

Ahimè, dunque delle astuzie femminili io fui zimbello!
Son le nozze andate in fumo. Se potessi ora il battello
catturar, presto sarebbero gli stranieri in poter mio.
Ma pagar la mia sorella traditrice deve il fio,
che, sapendo ch’era in casa Menelao, nol disse. Ma
nessun altro con gli oracoli ch’ella spaccia ingannerà.

Fa’ per entrare nella reggia.



coro

A quale opera di sangue, mio signore, volgi il pie’?
Trattengono il re.

teoclimeno

Dove impone la giustizia. Presto, sgombra innanzi a me.

coro

Non mi stacco dal tuo manto: ché tu affretti gravi pene.