Pagina:Tragedie di Euripide (Romagnoli) VI.djvu/228

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ELENA 225


corifea

                              D’oprare cose giuste: ingiuste no.

teoclimeno

Vai cercando morte.

corifea

                              Uccidimi: volentieri a morte andremo,
prima noi, che tua sorella: ché questo è pregio supremo
dei domestici d’onore: dar la vita pel signore.
Sull’alto della reggia appaiono i Dioscuri. Parla Castore.

dioscuri

Teoclimèno, re di questa terra,
gl’impeti frena cui mal t’abbandoni,
ché noi due t’appelliam. Siamo i Dïoscuri,
a cui Leda die’ vita insiem con Elena,
ch’è dalla casa tua fuggita. Il fato
non voleva le nozze onde ti crucci;
né Tëonòe, la vergine che nacque
dalla Nerèide, la sorella tua,
torto ti fece; ché al voler dei Numi
onore fece, e di tuo padre agli ordini.
Poiché il fato volea ch’ella abitasse
nella tua reggia insino a questo punto;
ma or non piú, quando caduto è il vallo
d’Ilio, e il suo nome essa agl’Iddei prestò:
tornare deve alle sue prime nozze,
alla sua casa, e col suo sposo vivere.

Euripide, Tragedie. VII - 157