Pagina:Tragedie di Euripide (Romagnoli) VI.djvu/240

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IL CICLOPE 237


694

Entriamo, andiamo a letto. Eh via, rasciuga
quelle lagrime!


Anche piú equivoco è l’altro:

693

Svegliati, andiamo, su, piòlo caro,
móstrati audace.


Interessante è una tirata che troviamo nell’Autolico contro gli atleti: una specie di parafrasi della nota elegia di Senofane.

282

Mille malanni e mille affliggon l’Ellade,
ma di tutti è l’atleta il piú pestifero.
Prima, non sanno, ed imparar non possono
a stare al mondo. E come, infatti, un uomo,
schiavo del ventre e schiavo della gola,
potrebbe accrescer mai l’asse paterno?
Né povertà sopportano, né sanno
alla sventura rassegnarsi: l’animo
lor, non temprato, a malincuore lascia
la lieta sorte per l’avversa. Brillano,
pompa della città, finché son giovani;
ma come giunge la vecchiezza amara,
gabbani lisi, sputano la trama.
Ed il costume degli Elleni io biasimo,
che s’adunan per essi, e questi insipidi
piacer’, per farci su banchetti, onorano.