Pagina:Tragedie di Euripide (Romagnoli) VI.djvu/284

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IL CICLOPE 281

Ché da gran tempo a becco asciutto questo
doccione sta, né mai trova ricovero!
Gesto equivoco.

ulisse

Odi or come io trarre vendetta penso
dell’empia fiera, e a libertà te rendere.

corifeo

Parla: ché dolce piú di lidia cetera
per me sarebbe del Ciclope il rantolo!

ulisse

Reso allegro dal vino, ei vuol recarsi
dai fratelli Ciclopi a far baldoria.

corifeo

Intendo: solo fra i querceti coltolo,
vuoi scannarlo, o gittarlo in un burrone.

ulisse

Punto! Servirmi dell’astuzia io penso.

corifeo

Quale? Da un pezzo so che tu sei fino.