Pagina:Tragedie di Euripide (Romagnoli) VI.djvu/288

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IL CICLOPE 285

dopo i fumi del banchetto,
steso presso a un giovinetto,
o su molle materasso
con la bella si dà spasso,
e di mirra asperso i riccioli,
canta: «Chi dunque l’uscio m'aprirà?»

ciclope
Esce ubriaco, appoggiandosi a Sileno e ad Ulisse.

Tra la la là, son pien di vino,
sono brillo pel festino:
rimpinzata è la mia stiva,
sino al ponte il vino arriva.
Primavera! L’erba fresca
fra i Ciclopi a gir m’adesca
miei fratelli, a far baldoria.
Oh forestiere, dammi l’otre qua!

coro

Esce il giovine leggiadro
fuor di casa: ah, l’occhio ladro!
Noi si piace a chi ci piace.
Per te pronta è già la face,
e una Ninfa ben formosa
nella grotta rugiadosa;
e di serti un color vario
ben presto ai crini tuoi s’avvolgerà.