Pagina:Tragedie di Euripide (Romagnoli) VI.djvu/6

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Se dovessi precisare quale sia il motivo fondamentale ispiratore dell'Andromaca, direi l'odio a Sparta. Odio che serpeggia, piú o meno, in tutte le tragedie; ma che qui domina, e palesemente informa la concezione delle due figure piú caratteristiche del dramma: Menelao ed Ermione. Sono proprio dipinte col fiele: la loro condotta è tanto esecranda, che le imprecazioni scagliate contro di loro dagli altri personaggi trovano pronta eco, facile consenso nel cuore di tutti gli spettatori. Sicché il poeta, abilmente equivocando, da un personaggio a tutta una città, dal tempo mitico al vivo e presente, converte l’invettiva del dramma mitico in invettiva politica attuale. Le fiere parole di Andromaca e di Peleo contro Menelao ed Ermione vanno a colpire i fedifraghi Spartani contemporanei d’Euripide.

Né l’attacco è limitato agli uomini. Dice Peleo:

...e già, neppur volendo, a Sparta
restar potrebbe onesta, una fanciulla:
ché, lasciate le case, insiem coi giovani,
nude le gambe, alto succinte i pepli,
hanno comuni — usanza insopportabile —
studî e palestre. E allor, che meraviglia,
se le fanciulle oneste non vi crescono?