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Pagina:Tragedie di Euripide (Romagnoli) VII.djvu/273

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sileno

Glie l’ho detto, io; ma ho avuto un bell’oppormi!
Pigliavano la roba, si mangiavano
il cacio, e trascinavano gli agnelli.
E disser che t’avrebbero legato
con un collare di tre braccia, e a forza
t’avrebbero falciate le budella
di mezzo all’ombelico, e scorticata
ben ben la groppa con la frusta, e poi,
legatoti e gittatoti fra i banchi
della nave, t’avrebbero venduto
per girare la ruota o scalzar pietre!

ciclope

Davvero? E tu non corri ad affilare
i coltellacci da scannare, e a fare
un gran mucchio di legna, e dargli fuoco?
Vo’ sgozzarli alla spiccia, e riempirmene
il buzzo. Parte me li pappo caldi
caldi, levati appena dalla brace,
senza aiuto di scalchi, e parte lessi
nella caldaia, e spappolati. Giusto
di selvaggina n’ho fin sopra agli occhi.
Leoni e cervi n’ho mangiati troppi,
e che non gusto carne umana, è un secolo!

sileno

Le novità, padrone, dopo il solito
tran tran, dànno piú gusto. E forestieri,
a casa tua, da un pezzo non ci càpitano.