Pagina:Tragedie di Sofocle (Romagnoli) I.djvu/82

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reca, e dal senno suo ben lontano erra.
E vicino agl immemori
figli d’Atrèo, le massime
gesta, che di sua mano
compié, caddero invano.

Strofe II
La madre sua, compagna ai canuti anni,
bianca per tarda età, quando il delirio
demente udrà del figlio, udrà gli affanni,
ahimè, ahi, non i gemiti
di flebile usignolo,
misera, leverà,
anzi le melodie d’acuto duolo:
e di mani un piombar sul seno stanco
udrai, le chiome svellere
vedrai del crine bianco.

Antistrofe II
Se lo avvolge follia, meglio conviene
che giú nell’Ade egli sparisca. Origine
ebbe pur dagli Achivi, usi alle pene;
ma saldo negl’ingeniti
costumi or piú non resta;
ma per lontani tramiti
erra sbandato. Oh qual nuova funesta,
misero padre, del tuo figlio udrai,
quale niun degli Eàcidi
ebbe a soffrir piú mai!