Pagina:Tragedie di Sofocle (Romagnoli) II.djvu/100

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1402-1423 EDIPO RE 97

piú sozzi mai fra i mortali si scorsero!
Ma udir non giova ciò che fare è turpe.
Prima che sia, pei Numi, nascondetemi
1405di qui lungi, uccidetemi, scagliatemi
nel mare, che mai piú niuno mi scorga!
Via! Non sdegnate di toccare il misero!
Fatemi pago, non temete! Io solo,
niun altri del mio mal preda sarà.
corifeo
1410A ciò che tu dimandi, in punto giunge
ad operare e a consigliar, Creonte
ch’or della terra è, in vece tua, custode.
edipo
Ahimè! Con qual parola a lui rivolgermi?
Quale fidanza posso aver? Ch’io fui
1415palesemente contro lui malvagio.
Giunge Creonte, tenendo per mano le due figliuole d’Edipo.
creonte
A schernirti non giungo, né a lanciarti
ingiurie, Edipo, pei trascorsi oltraggi.
Ma voi, se non provate alcun ritegno
dei mortali, la fiamma aurea del Sole
1420che tutto nutre, riverite, e a lei
senza vel non mostrate un tale obbrobrio,
cui né la terra né la sacra piaggia
può tollerare, né l’eterea luce.

Sofocle - Tragedie, II - 7