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Pagina:Tragedie di Sofocle (Romagnoli) II.djvu/145

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antigone
da qualche tempo rivolta a un punto lontano dell’orizzonte,
ad un tratto esclama


O Giove, che dirò? Quali pensieri
debbo formare, o padre?
edipo
O figlia mia.
340Antigone, che c’è?
antigone
Vedo una donna
muovere verso di noi ratta: un puledro
etnèo cavalca, ed un cappello tessalo
sopra il suo capo le circonda il viso,
la ripara dal sol. Che dico? È lei?
345Non è lei, forse? Il mio giudizio oscilla.
Affermo e nego, e piú non so ch’io dica.
Oh misera!
Altra non è: ben chiaro or mi lusinga
il volto suo che s’avvicina, e segno
350mi dà: non altri, è mia sorella Ismene.