Pagina:Tragedie di Sofocle (Romagnoli) II.djvu/165

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162 SOFOCLE 612-626

ora tu giungi, rifiutar saprei:
a me non piú che a te certo è il dimani.
edipo
Tesèo, dal tuo breve discorso appare
615la tua nobile fama: onde sol debbo
poche parole aggiungere. Chi sono,
chi fu mio padre, da qual terra io giungo,
tu lo dicesti. A me sol resta esprimere
la mia richiesta; e tutto sarà detto.
teseo
620Fa’ dunque ch’io possa saperlo: esprimila.
edipo
Ti reco in dono il mio povero corpo:
l’aspetto suo, bello non è; ma l’utile
che arrecar può, vale ogni forma bella.
teseo
Quale mai d’arrecare utile pensi?
edipo
625Col tempo lo saprai, non su l’istante.
teseo
Quando palese mi sarà quest’utile?